Continua la crescita di consumi della mozzarella di bufala che, d’estate più che mai, si conferma regina delle tavole.

mozzarella-di-bufala-consumiSecondo i dati rilevati presso i produttori Coldiretti, nella prima parte del 2016 il nostro prezioso latticino ha registrato un incremento tra l’8 e il 12%, per una media quindi del 10% rispetto all’anno precedente.

Nel mese di luglio, in particolare – come reso noto da Coldiretti Campania – sono triplicati i volumi di produzione e di vendita rispetto ai dati del 2015, anno in cui la produzione certificata Dop ha raggiunto i 41.295.000 chilogrammi. Questo perché la mozzarella di bufala si presta benissimo a essere abbinata ai principali prodotti freschi di stagione, dando forma a innumerevoli declinazioni culinarie.  

Molte forte per la mozzarella di bufala campana continua a essere anche l’export, che abbraccia ormai tutti e cinque i continenti e assorbe circa il 30% della produzione totale, con un trend in crescita. Dal Nord Europa, in particolare, cresce la richiesta di prodotti con certificazione biologica. Determinante per il successo del nostro oro bianco è l’innalzamento degli standard di sicurezza. “Il sistema di qualità della mozzarella di bufala campana Dop – ha spiegato Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale – ha consentito di tracciare il latte di bufala dalla stalla al caseificio. Il prodotto finito può arrivare ad identificare persino l’animale che ha prodotto il latte. Un livello di controllo che offre ai consumatori garanzie straordinarie su quello che portano a tavola”.

La tracciabilità rappresenta un obiettivo fondamentale per più motivi. “Un prodotto tracciato – ha aggiunto infatti Masiello – aiuta a garantire la salubrità di quello che si mangia, ma è anche l’unico presidio efficace per difenderci dalle frodi e dai furti d’identità. Coldiretti per esempio conduce una forte battaglia per impedire l’uso di polvere di latte nella produzione di formaggio e yogurt, perché questo metterebbe a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni”.

 

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