Dodici mesi per 50 milioni di chili di mozzarella di bufala campana Dop. Il 2018 è stato l’anno dei record per il nostro oro bianco, con un aumento di circa il 20 per cento sia nella produzione che nelle vendite, conferma di un trend di crescita ormai consolidato.

«Un aumento della domanda di mozzarella di bufala» ha commentato il direttore del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, Pier Maria Saccani «che porta ad una crescita importante del valore dell’intera filiera della denominazione. Il prodotto piace ed è sempre più richiesto, ma è necessario nel 2019 aumentarne la redditività per i produttori, perché alla domanda deve corrispondere un prezzo adeguato».

Quanto alla distribuzione, si confermano le tendenze degli ultimi anni. «La Gdo resta il primo canale di vendita con il 45% del prodotti; un 10% viene venduto direttamente nelle aziende e caseifici; in crescita costante è il settore Horeca che si attesta al 20%; il resto è in distribuzione nei negozi», ha spiegato Saccani.

In crescita anche l’azione di tutela e di vigilanza contro le truffe. Nel 2018 sono stati effettuati 3.373 controlli, di cui 1.766 in Italia, 500 all’estero, 844 sul web e social e 263 prelievi ufficiali di mozzarella di bufala campana.

Non solo numeri, ma anche crescita in termini di immagine della filiera e di formazione. Fortemente simbolico il trasferimento della sede del Consorzio presso la Reggia di Caserta, funzionale a trasmettere il messaggio che il cibo è cultura al pari dei beni culturali. A settembre, ricordiamo, è inoltre partita la Scuola di formazione lattiero casearia del Consorzio, uno snodo importante per la qualità delle risorse nel settore.

E per il 2019? «Il primo obiettivo» ha chiarito il direttore Saccani «è quello di continuare ad aumentare i livelli qualitativi del prodotto. Lavorando quindi sul posizionamento di mercato, e su una filiera che deve esprimere qualità ad ogni livello. Siamo una produzione molto dinamica grazie all’età media giovane dei produttori e questo ci impone però di avere un approccio sempre più professionale in tutti gli anelli della filiera, ed è questo in sintesi il motivo della scuola di formazione. Insomma, non siamo folclore, siamo la prima Dop del Sud Italia».

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