Un comparto dal valore di 1,2 miliardi l’anno e che impiega ben 11 milioni di persone, quello della mozzarella di bufala campana Dop. E che l’emergenza Coronavirus non ha risparmiato. Nei primi quindici giorni di lockdown, il fatturato è diminuito del 60%, per il mese di marzo del 35%. A incidere, in particolare, la chiusura dei punti di ristorazione e di tutto il canale Horeca (Hotellerie-Restaurant-Café), acquirente principe dei prodotti freschi come mozzarella di bufala e affini, nonché la battuta d’arresto dell’esportazione, pari a un terzo della sua produzione.

Dalla Coldiretti Salerno e Campania, in collaborazione con Campagna Amica e il Caseificio Giuseppe Morese di Pontecagnano Faiano (Salerno), è partita un’iniziativa per dare respiro al comparto. Si tratta del caciobond, un sistema di autofinanziamento consistente nell’acquisto di un caciocavallo di latte di bufala ordinabile oggi per poi riceverlo dopo la stagionatura di due anni.

In questo modo, gli operatori del settore possono utilizzare il latte di bufala in eccedenza, trasformandolo in un prodotto a lungo termine, così da avere subito liquidità per fronteggiare l’emergenza, ottimizzare il processo produttivo ed evitare gli sprechi. Ottenuto da 60 litri di latte di bufala per 11 chilogrammi di prodotto, lo speciale caciocavallo si potrà gustare nel 2022, una volta ultimato il suo periodo di stagionatura di 24 mesi. Sostegno economico ma anche solidarietà. Il 20% dei proventi dell’operazione caciobond sarà devoluto all’ospedale Cotugno di Napoli, in prima linea nell’emergenza sanitaria da Coronavirus.

Sin dai primi giorni, i caciobond hanno riscosso successo in Italia e all’estero. Tra gli acquirenti, anche alcune coppie di promessi sposi, che hanno acquistato il loro caciobond in segno di buon augurio per il matrimonio che hanno dovuto rinviare.

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