mozzarelladibufalaMozzarella Battipaglia ha condotto una breve intervista per verificare se a seguito delle dichiarazioni dell’ex boss dei Casalesi, Francesco Schiavone, i caseifici della Piana del Sele hanno subito cali nelle vendite oppure no. La mozzarella purtroppo, è stato uno dei prodotti maggiormente colpiti dal fenomeno Terra dei fuochi e nonostante le numerose manifestazioni fatte a sua difesa e l’intervento del Consorzio, la situazione non è stata ancora risolta. Ovviamente i caseifici sotto accusa sono soprattutto quelli del napoletano e del casertano, ove è situata l’area denominata Terra dei fuochi, ma purtroppo anche i nostri caseifici hanno subito danni. Vediamo ora nel dettaglio in quale misura.

Per motivi di privacy non è stato possibile riportare i nomi dei caseifici intervistati, i quali sono stati in totale cinque.

Dal sondaggio è emerso che la maggior parte di essi ha subito cali nelle vendite, tranne uno che ha dichiarato che se c’è stata una flessione nelle vendite questa è da riferirsi esclusivamente ad un calo fisiologico, che si verifica ogni anno nel mese di novembre con l’avvento del freddo, dal momento che la mozzarella è un alimento che si consuma soprattutto d’estate e nei mesi caldi. Chi ha subito perdite dichiara che ha venduto e sta vendendo il 20% in meno rispetto agli altri anni a fronte soprattutto di una crescita nelle vendite che si stava verificando nell’ultimo periodo. Le vendite sono diminuite soprattutto al nord Italia, infatti è qui che si è maggiormente risentito il danno economico. “I clienti abituali”, ha dichiarato la maggior parte dei caseifici intervistati, “continuano, in ogni caso, ad acquistare i nostri prodotti, perchè sanno che non ci sono rischi per la loro salute dal momento che vengono effettuati controlli quotidianamente e soprattutto perchè il nostro latte non proviene dalla Terra dei fuochi”. Al nord invece non si fa distinzione tra casertano, napoletano e salernitano, per loro è tutta Campania e quindi tutta Terra dei fuochi” per questo motivo i consumatori di mozzarella del nord Italia preferiscono non acquistarne più.

Per quanto riguarda la soluzione al problema, i nostri caseifici sono dell’idea che la risposta non deve venire dal Consorzio ma dalle istituzioni locali. In particolare è la Provincia che deve farsi carico della questione, rassicurare i produttori e soprattutto i clienti per ciò che riguarda la qualità e la sicurezza dei prodotti. È importante non fare di tutta l’erba un fascio, è importante distinguere tra le zone davvero inquinate e quelle che non lo sono. Tutto questo allarmismo danneggia la nostra economia e rischia di danneggiare in maniera irreversibile uno dei prodotti che tutto il mondo ci invidia, l’oro bianco, la nostra tanto amata mozzarella di bufala.

 

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