ricottaOra anche la ricotta di bufala ha il suo organo di tutela. È nato infatti il Consorzio di Tutela della Ricotta di Bufala Campana Dop, interamente composto di giovani imprenditori under 32. L’organismo avrà il compito di valorizzare il prelibato latticino, derivato dal siero dolce estratto dalla lavorazione della mozzarella Dop e dal latte bufalino campano idoneo per la mozzarella Dop.

Quella della ricotta di bufala campana è una lavorazione antica, le cui origini si fanno risalire al XIV secolo. Sono trascorsi sei anni dal riconoscimento di questo latticino, tra i più delicati e leggeri, come prodotto Dop. Il comparto vanta oggi sei produttori certificati in filiera (La Mediterranea, Fattorie Garofalo, Il Casolare, Filab, Le Colonne e Sorì), spalmati tra la Campania, il Lazio, la Puglia e un unico comune molisano, Venafro (Isernia).

Il 2 maggio, presso la sede del Consorzio per la tutela della mozzarella di bufala campana Dop di San Nicola La Strada (Caserta), è stato quindi raggiunto il traguardo della costituzione del nuovo organismo, che si pone il triplice obiettivo della tutela della produzione, della difesa della denominazione e del commercio del prodotto. Un chiaro segno dell’intenzione da parte del comparto di puntare anche sulla ricotta per accrescere l’impiego di latte idoneo per la Dop, riconoscendo alle imprese casearie che si dotano del doppio marchio una certa dose di autonomia.

Alla guida del neonato Consorzio ci sono Benito La Vecchia, 32 anni, presidente, ed i vicepresidenti Sara Consalvo, 27 anni, e Marco Nobis, 32 anni. Questo il Consorzio ricottacommento del neo presidente: “Già da questo primo incontro ho percepito grande entusiasmo verso lo sviluppo di questo prodotto, che può avere tanti diversi sbocchi sul mercato. Sarà fondamentale il coordinamento con il Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana Dop”. Il cui presidente, a sua volta, ha subito raccolto il messaggio: “Auguro al neo presidente un buon lavoro e sono convinto che questo Consorzio creerà una sinergia tra i due organismi, fondamentale anche per la valorizzazione e la crescita del settore bufalino del territorio”.

Questo passaggio potrebbe rappresentare la consacrazione, anche a livello internazionale, di un prodotto buono e versatile, che si presta a deliziare i palati in molteplici forme, dall’antipasto fino al dessert.

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